Smart Marketing – 1° parte


Lo smart marketing, ovvero l’arte italiana di arrangiarsi


smartmarketing

Ogni giorno il marketing viene qualificato con un aggettivo nuovo: lo smart marketing è quello che va per la maggiore ultimamente. 

Per i non addetti ai lavori (e anche per gli addetti, con tutti questi cambiamenti non è facile sentirsi degli esperti!) lo SMART MARKETING è detto anche “CONSUMO INTELLIGENTE”, un metodo delineato da Gianfranco Conte e rivolto al grande pubblico per comprare in modo consapevole e indirizzare i propri acquisti su beni e servizi realmente vantaggiosi, portatori di un effettivo valore aggiunto rispetto al mero bene acquistato.

Lo SMART MARKETING sembra proporre una vera rivoluzione nel mercato degli acquisti, con utenti interessati a comprare accumulando punti e crediti, in modo da tenere alto il proprio potere di acquisto nonostante il difficile periodo economico. Con opportuni calcoli e riflessioni prima dell’acquisto e procedure mirate nella scelta il cliente può migliorare il proprio potere di acquisto, con conseguente beneficio ( e un po’ di ossigeno!) per sé ma anche per i settori commerciali.


L’autore del libro


L’aspetto interessante dello SMART MARKETING è che è un fenomeno tutto MADE IN ITALY:

l’autore del libro “SMART MARKETING, IL MARKETING DALLA PARTE DELLE PERSONE” è Gianfranco Conte, giornalista e scrittore esperto di comunicazione, oltre che abile imprenditore nel settore turistico. Questa pubblicazione è l’ennesima dimostrazione di quanto gli italiano sono bravi ad arrangiarsi, a fare di necessità virtù, proponendo un modo per stare a galla nonostante la crisi.

Il fenomeno è così interessante che ha attratto l’attenzione anche degli USA: la prefazione del libro è stata scritta dai coniugi  Don e Nancy Failla, famosi esperti di network marketing americani, autori di moltissimi best sellers motivazionali. LO SMART MARKETING è sicuramente pensato per stare dalla parte dei consumatori (termine oramai considerato obsoleto dai guru del content e social marketing), ma ricordiamoci che dall’altra parte ci sono le aziende.

Che non devono perdere di vista il fenomeno!