Smart Marketing – 2° parte


Aziende di tutto il mondo: Mobilitatevi! 


smart marketing

Tecnologie SMART, clienti SMART…  ma quanto sono SMART le aziende?

Il 2011 è stato l’anno SMART per eccellenza: 5,3 miliardi di device mobili nel mondo, 50 milioni solo in Italia e i numeri sono in aumento costante.Nel 2013 si prevede il superamento del numero degli smartphone rispetto a quello dei PC (1,8 miliardi rispetto a 1,72 miliardi).

Nel 2011 c’è stata una crescita del 17% nell’utilizzo di apparecchiature mobile, gli utenti utilizzano gli smartphone per attività di scrittura (21,6%), navigazione su Internet (16,7%), leggere la posta elettronica (15,7%) e solo in quarta posizione (7,8%) per telefonare!

Questi dati sono stati presentati allo Smau svoltosi nell’ottobre del 2011, per cui sicuramente non rendono la dilagante portata del fenomeno, ma fanno comunque capire che questo mercato, in costante crescita, deve essere compreso e sfruttato in maniera intelligente (smart!) dalle aziende, di qualunque dimensione.


Quali sono le caratteristiche principali del fenomeno che le aziende non possono trascurare:


  • La cultura smart marketing  ha 2 parole d’ordine fondamentali: semplicità e, naturalmente, mobilità (in tutti i sensi);
  • La tecnologia mobile modifica la domanda da parte del cliente e i suoi comportamenti in fase di decisione e di acquisto: il coinvolgimento dell’utente rispetto al brand dell’azienda e la possibilità di interagire con quest’ultima gioca un ruolo fondamentale;
  • Il nuovo marketing non si basa più sulle 4 P ma sulle 4 C: CONTESTO, CONTENUTO, CANALE (o meglio, MULTICANALE) e CONVERSAZIONE;
  • Il CONTESTO è alla base del comportamento dei consumatori;
  • L’INTERAZIONE è un altro pilastro alla base delle motivazioni d’uso della tecnologia mobile.

Un’azienda intelligente e lungimirante non può perdere l’occasione di seguire i propri clienti in modo nuovo e vincente, identificandoli geograficamente ma anche in base ai gusti e ai comportamenti. I guru del marketing non parlano più di destinatari passivi come il target o l’audience, parlano di tribù: i profili socio-demografici sono sorpassati, non bastano. Le aziende non si devono più concentrare su età, sesso, classe socio-economica, devono capire che problemi possono risolvere con i propri prodotti e servizi e soprattutto devono capire verso chi indirizzarsi, a quali persone può servire quello che loro offrono, non in base al loro stipendio o alla loro istruzione, ma in base ai bisogni specifici di ognuno.

Nel 2011 la KRC Research ha pubblicato dei dati molto interessanti basati su una ricerca condotta su 2.000 utenti di smartphone in Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito. E’ emerso che i consumatori europei stanno già utilizzando le tecnologie mobili come principale punto di contatto per avvicinarsi alle aziende. La qualità dell’interazione tramite dispositivo mobile gioca un ruolo fondamentale nell’influenzare l’utente nella percezione del brand.

Più del 70% dei consumatori europei ha affermato di avere un atteggiamento più positivo nei confronti delle aziende che garantiscono un rapido accesso al loro sito tramite i dispositivi mobili.

Gli utenti italiani in particolare sono molto recettivi, aperti e competenti in materia, sono fruitori  consapevoli. E le aziende italiane? Sono pronte alla sfida?